Maura condivide un breve riassunto su un tema interessante: il timore di Dio, tratto dal libro “Il grido del cielo” di Jacques Doukhan.
Nel medio oriente antico, il re copriva anche l’incarico di giudice supremo, anche la Bibbia associa le due funzioni e perciò Dio appare sia giudice che Re, con un invito per tutti noi a temere Dio. Questa nozione del timore di Dio è impopolare e mal compresa, essa, deve essere messa in relazione alla coscienza dello sguardo onnipresente di Dio; temere Dio equivale a sapere che Egli ci guarda ovunque ci troviamo, o qualunque cosa facciamo; la Bibbia collega il timore di Dio alla legge come scritto in Deuteronomio 6 “temi il tuo Dio il Signore osservando tutte le sue leggi” o in Ecclesiaste 12 ” temi Dio e osserva i Suoi comandamenti“, in altre parole temere Dio equivale ad osservare i Suoi comandamenti; temere Dio significa essere attenti al bene, al diritto, alla giustizia, significa osservare i comandamenti di Dio non solo in pieno giorno sotto sguardo di tutti, ma anche in famiglia e nell’intimità. Siamo difronte ad una concezione generale dell’esistenza, la religione non è più confinata in alcune ore domenicali o sabbatiche o nel momento sacro della preghiera, ogni procedimento, ogni decisione, ogni opera, ogni pensiero sono messi sotto l’autorità che viene dall’alto, per questo motivo il timore di Dio costituisce un leit-motiv tanto importante nella letteratura sapienziale; il timore di Dio riceve il posto più alto, in Proverbi 9 è scritto “il principio della saggezza è il timore del Signore“; il timore di Dio non ha niente della paura superstiziosa che paralizza e conduce ad una religione meccanica e magica, nella Bibbia il timore di Dio è spesso associato all’amore, appena dopo aver parlato del timore di Dio e dell’obbedienza alla Sua legge, il testo di Deuteronomio si snoda sul principio che lo ispira “tu amerai dunque il Signore il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze“. Temere Dio significa amarlo sapendo di essere amati da Lui, significa avere la convinzione che il Dio d’amore ci segue dappertutto col Suo sguardo, non con l’intenzione di sorprenderci in errore e di punirci, ma con la preoccupazione di chi veglia sui nostri passi per guardarci da ogni male, il Salmo 33 dice “l’occhio del Signore è su quelli che lo temono“. L’obbedienza e il riferimento alla legge che viene dall’alto, presenti in ogni momento dell’esistenza, sono il risultato di questa relazione d’amore reciproca; una vita sotto lo sguardo di Dio è una vita con Dio, reciprocamente poiché viviamo con Dio, viviamo sotto il Suo controllo; la vera religione è coerente, Dio viene preso sul serio. Spesso si parla di Dio, si costruiscono cattedrali o sinagoghe, lo si chiama in causa continuamente nel calore dei dibattiti teologici o della politica ecclesiastica, ma l’uomo non è cambiato, egli rimane carico delle sue menzogne e dei suoi crimini; nel secondo millennio da poco alle nostre spalle nel cuore della nostra civiltà cristiana, l’olocausto, la shoah, ha proclamato il fallimento della religione ed in particolare del cristianesimo. Poiché la religione non è stata coerente, Dio non vine preso veramente sul serio, tanto da diventare il buon Dio inoffensivo e strumentalizzabile, o il piccolo Gesù che intenerisce le anime sensibili, per altri Dio è morto, quest’ultima tesi si è diffusa persino nei circoli religiosi; la religione, quando esiste, non è altro che un’esperienza spirituale soggettiva, un codice morale o semplicemente una tradizione culturale; non è più attuale credere nel gran Dio del cielo e ancor meno sperare nel Suo regno; a causa del fatto che il timore di Dio è un sentimento perduto, non si riesce ad immaginare e nemmeno ad augurarsi la Sua venuta in gloria. “Temete Dio e dategli gloria perché è giunta l’ora del Suo giudizio, adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque” questo passo dell’Apocalisse, all’inizio del ventunesimo secolo diventa più che mai attuale, esso contiene un appello a temere Dio, per donarci di nuovo il gusto di Dio, per svegliare il cuore di uomini e donne troppo occupati in opere terrene il bisogno della venuta di Dio nella pienezza della Sua gloria, per tenere desta la speranza.
Buon ascolto!