Dio ci chiede di avere fiducia in Lui

Sammy condivide un pensiero che riguarda la pace, nel Vangelo di Giovanni 14:27 Gesù dice “vi lascio la mia pace, non la pace che vi dà il mondo”, che differenza c’è tra la pace che viene dal mondo e quella che viene da Gesù? Riflettiamo su come ricevere e mantenere quella pace che viene dal Signore e supera ogni conoscenza umana.
Oggi il Pastore Giacomo attraverso diversi passi e metafore nella Bibbia ci fa riflettere su come il Signore ci chiede di fidarci di Lui.
“Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno e la cui fiducia è l’Eterno!” Geremia 17:7, la Parola di Dio ci insegna a fidarci di Lui, ma se la nostra fiducia è solo nella nostra umanità saremo profondamente delusi.
Nel libro di Giosuè, leggiamo che la manna, che aveva nutrito il popolo, ad un certo punto cessò, entrando nella terra promessa cambia la situazione: il popolo dovrà seminare per poi raccogliere; così anche per noi quando facciamo nostre le promesse di Dio, la fede, la grazia di Dio operano nella nostra vita, permettendoci di comprendere e mettere in pratica la Parola in maniera personale. Spesso però continuiamo ad usare il nostro vecchio modo di comportarci, nella Scrittura diverse volte il Signore chiede di togliere le scarpe quando entriamo alla Sua presenza (a Mosè davanti al rovo, a Giosuè), ci chiede cioè di toglierci quelle false sicurezze inventate dalla nostra umanità, “io me la cavo da solo”; questa Parola il Signore la sta rivolgendo a tutti noi: la vita che stai vivendo è un luogo santo, non è una tua invenzione, ma è grazia di Dio, ecco perché questa esortazione a toglierci le scarpe, cioè entrare in una dipendenza da Dio dove finalmente ci fidiamo di Lui, quando sei in un luogo pulito, santo, non hai bisogno delle scarpe; questa metafora delle scarpe ci aiuta a comprendere un modo di affrontare la vita che fa parte della fiducia: posso fidarmi di quel Dio che ha messo questo terreno sotto i miei piedi, che mi sorreggerà e non mi ferirà; l’angelo dell’Eterno che Giosuè incontra ci parla quindi dell’intervento soprannaturale di Dio nella nostra vita e quindi: impariamo a toglierci i sandali.
In Galati 4:21 troviamo un’altra metafora riflettendo sui due figli di Abramo: quello che è generato dalla nostra volontà umana, rimane umano e destinato a finire, mentre quello generato all’ascolto della promessa di Dio produce qualcosa che è destinato all’eternità; lascia che sia Dio ad operare in te secondo la Sua volontà. Nella Parola troviamo sempre questa dualità tra carnalità e volontà di Dio: se cammini nella carne puoi essere un bravo umano, ma continui a lavorare secondo gli schemi del mondo producendo qualcosa destinato a finire; mentre quando cammini e agisci per fede, quello che nasce da te è qualcosa destinato a durare per sempre; quindi è importante investire nella nostra vita nel frutto della fede, perciò investiamo non solo nelle cose fisiche, ma anche in quelle spirituali. Forse siete delusi, ma se avete fede in Dio Lui non è deluso di voi e vi sta portando avanti un passo alla volta finché Cristo non sarà pienamente formato in voi.
C’è un regno terreno e un regno dei cieli, se la nostra ricerca e la nostra fiducia è nel regno di sopra anche i nostri frutti saranno tali. Attingiamo alla Parola di Dio e riceveremo la forza per praticare quello che Dio ha già messo in noi.
Siamo figli della promessa, quindi figli della fede, generati in Cristo Gesù, Dio ci ha talmente amato che ha dato il suo unico Figlio; non lasciamoci distrarre dai fallimenti, fidiamoci di Dio!

Buon ascolto!

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Pubblicato in Messaggio domenicale
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