Penso di aver sempre creduto in Dio, anzi nell’esistenza di Dio. Ma il Dio che conoscevo io era una divinità severa, castigatrice o addirittura dispensatrice di pene anche in assenza di peccato. Questo perché, purtroppo, ho iniziato a soffrire per tragedie familiari sin dall’adolescenza, età in cui si sono bloccati i “miei sogni di gloria” col dover lasciare la scuola. E non ho dovuto abbandonare soltanto la scuola, ma praticamente tutto ciò che a quell’età mi rasserenava la vita.
Entrare in depressione a 13 anni senza che vi fosse chi poteva aiutarmi (a quei tempi la stessa parola “depressione” era sconosciuta) e continuare in quello stato per otto anni, mi portò a soffrire di disturbi bipolari che si manifestarono nel peggiore dei modi per quegli anni ’60. Già, perché questi disturbi, allora ancora sconosciuti, furono scambiati per schizofrenia e come tali curati. Non descriverò i “bombardamenti” ricevuti dalla mia povera mente. Dirò soltanto che, uscita a trent’anni dall’ultimo periodo di “cura”, non speravo più in nulla, né in un lavoro, né in una casa, e meno che mai in un uomo che mi volesse bene.
Ma nonostante mi sentissi spenta e non volessi più riconoscere quel Dio che “aveva decretato” per me tanto male, inaspettatamente ebbi il lavoro, poi la casa e poiché volevo un marito, ebbi anche il marito. Ma avevo sbagliato qualcosa : non avevo sposato l’uomo giusto. Cercai di aver pazienza ma non vi riuscii più quando mi trovai tradita e maltrattata. Ritornai nella mia piccola casa, più vuota che mai e, forse per curiosità, iniziai a frequentare una chiesa cristiana evangelica dove sentii una cosa molto strana per me : “Dio è amore”.
Ho impiegato molto tempo a capire l’amore di Dio, anche se Egli continuava a manifestarmelo. Infatti fu grazie a Lui ed alle mille “coincidenze” che Egli provocò, che ho potuto conoscere il mio secondo marito, dolce, affettuoso e protettivo, ma quella mia anima inquieta che non aveva ancor saputo affidarsi al Signore, non trovava pace. Il mio Nando aveva sedici anni più di me e la mia paura di perderlo purtroppo si materializzò ben presto : un’emorragia cerebrale me lo portò via in venti ore, meno di cinque anni dopo il nostro incontro.
Io ero ancora relativamente giovane e questo mi diede la possibilità di iniziare una nuova vita, confortata anche da una pensione di reversibilità maggiore, grazie al fatto che per pochi giorni non vi fu applicata una nuova legge che l’avrebbe diminuita. Continuavo a non capire l’amore di Dio, ma Egli aveva pensato anche alla mia tranquillità finanziaria!
Intanto cercavo ancora quel Dio che non conoscevo, ma anche quando s’attenuò il forte dolore della vedovanza, rimase in me la depressione. Qualcosa appresi dalla conferenza di uno psichiatra cristiano su questa patologia, che iniziò circa così “Il diavolo lavora sui sentimenti e sui pensieri degli uomini e delle donne” ed esaminandomi bene, scoprii che dentro di me vi erano amarezze e risentimenti verso tutti coloro che volontariamente o involontariamente mi avevano fatto del male, verso i miei genitori stessi ed inconsapevolmente anche verso Dio che aveva permesso tanto male nella mia vita.
Allora confessai veramente i miei peccati al Signore Gesù, gli chiesi perdono, pace e guarigione, ma soltanto quando mi arresi veramente a Lui, imparando a perdonare ed a mettere al posto dell’autocommiserazione, la consapevolezza che Egli era dentro di me e che aveva dato la Sua vita per me, ebbi finalmente risposta alla mia preghiera e quella gioia che solo la Sua presenza sa dare.
E’ una gioia che continua anche nella senilità e nella solitudine perché c’è finalmente nel mio cuore la certezza che Egli non mi abbandonerà mai. E tempo fa ne ho avuta un’ennesima prova: tutto sembrava ormai perduto (salute e lavoro), ma Egli ha risposto alle mie preghiere dandomi ben più di ciò che avevo perso. Ultimamente la mia età ormai vetusta mi ha portata a lasciare il lavoro (di volontariato) e sto sperimentando una vita tutt’altro che vuota, ma “abbondante” come il Signore promette a chi l’ama e vive per Lui e con Lui, una vita libera ormai dai disturbi bipolari che Egli ha voluto benevolmente guarire ed allontanare dalla mia mente.
Mi sento di concludere con una parola per tutti coloro che si sentono traditi dalle vicende della vita, per chi è depresso, avvilito, sconsolato ed ha perso la speranza, perché nessuno è dimenticato dal nostro Signore Gesù. Perciò il mio invito è : “Cercatelo perché Egli si farà trovare e saprà trasformare il vostro cuore, la vostra mente e la vostra vita stessa come neppure potreste immaginare”.
Il Signore Gesù, nel Vangelo di Matteo cap. 11 vers. 28 ci dice : “Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati e io vi darò riposo” ed Egli non promette mai invano!
Franca