Chiesa e post pandemia: qual’è la Chiamata della Chiesa?

Oggi il pastore Ernesto ci offre molti importanti spunti di riflessione, ci parla della Chiesa e il post pandemia, situazione particolare e complicata, cerchiamo di capire il senso di tutto questo e soprattutto qual’è la chiamata, la vocazione della Chiesa, essa rappresenta la voce di Dio ed è importante che sia udibile, quindi cosa la Chiesa è chiamata a dire e a dare in questo tempo? In Ebrei 12:26.28 “ancora una volta farò tremare non solo la terra ma anche il cielo”,”perciò ricevendo un regno che non può essere scosso siamo riconoscenti ed offriamo a Dio un culto gradito con riverenza e timore” non è la prima volta che il mondo viene scosso da una pandemia con milioni di decessi, ma pensiamo anche ad altre malattie: l’aids, le influenze invernali uccidono in media ogni anno seicento-mila persone, malaria, cancro, polmonite, malattie cardiache, diabete e durante questo periodo tanti sono morti per queste patologie, ma dichiarati per covid; però a differenza delle altre pandemie questa ha provocato una successione di effetti eccezionali: prima di tutto ha bloccato tutto e tutti, costretti in casa, ha messo in ginocchio le economie del mondo; ha scosso e spaventato i 3/4 dell’umanità; molti hanno dedotto che Dio sta punendo l’umanità, altri dicono che sia il diavolo; è poco probabile che sia l’uno che l’altro siano i diretti responsabili, piuttosto vi sono più concause: la fragilità delle nostre persone e dei nostri corpi; la mancanza di igiene, il consumo di carne infetta; povertà di gran parte dell’umanità; e poi forse ci sono anche incidenti di laboratorio come sostenuto da alcuni. Alcuni fattori hanno dato una maggiore risonanza del dovuto al punto da spaventare l’umanità intera, citiamone alcuni: primo fattore/problema sono i mezzi di comunicazione, oggi siamo tutti connessi, abbiamo accesso a tutte le informazioni all’istante, ma siamo sempre più isolati, dunque il problema delle relazioni, sempre più superficiali e difficili e il lock-down ci ha ancora più isolati gli uni dagli altri, inoltre tanta gente per paura di contagiarsi non osa più uscire; poi il distanziamento sociale, sempre più smart working isolando sempre di più le persone le una dalle altre, la gente è sempre più sola; inoltre molti credenti si stanno abituando a seguire i culti online, comodo, piacevole, ma sempre più isolati! Riuscite a capire il disegno che c’è dietro tutto questo? Dove qualcuno vuole portare l’umanità? Davanti al Trono del Padre nessuno è isolato! Apocalisse:”vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di ogni nazione” tutti insieme, una grande famiglia, che gioia quando vediamo riuniti tutti i nostri cari, ma ora: distanziamento sociale, addirittura i nipotini non possono abbracciare i nonni perché rischiano di ucciderli! Certo è che se il diavolo non ha fatto il corona-virus, lo usa alla grande per isolare ancora di più la gente e soprattutto per smembrare la Chiesa; i credenti più numerosi non si radunano, si sono allontanati dalla Chiesa, che sta succedendo? Ci stiamo avviando verso lo gnosticismo: una fede senza Corpo, non abbiamo bisogno di Corpo, “basta amare il Signore a casa propria, non ho bisogno di relazioni”, è un altro inganno dell’avversario per isolare le persone.
Poi abbiamo un altro problema:l’individualismo, un problema culturale, guardiamo le pagine social: quanta auto-celebrazione, l’essere umano è in adorazione di sè, ha l’esigenza di fare sempre bella mostra di sè, in costante ricerca di conferma da parte degli altri, il che denota una grande fragilità psicologica, dove si sta arrivando?
Oggi l’uomo è vittima della paura del virus e si distanzia sempre di più dagli altri (potenziali minacce) e così il diavolo tiene sempre più schiave le persone per la paura della morte, le tiene in cattività nella prigione dell’individualismo; infatti il terzo elemento è la paura della morte: certo vogliamo tutti vivere il più possibile, non capendo che di fatto solo una nostra parte muore, il nostro corpo, ma noi non siamo solo il nostro corpo, abitiamo il nostro copro, ma molta gente non lo sa; la possibilità di ammalarsi di corona-virus e morire crea ansia, angoscia, paura.
Ci sono sicuramente altre possibili concause che possono avere aggravato gli effetti della pandemia, ma concentriamoci sulla Chiesa: cosa siamo chiamati a dire? A dare? A fare come Chiesa? Questo è un tempo di riscatto per la Chiesa, durante la peste nera nel 1347 Lutero con moglie e fratelli assistettero i malati (molti abbandonati dai famigliari per salvarsi), furono aiutati dai cristiani; durante la peste antonina tra 165 e 180d.c. a prestare assistenza ai malati erano i cristiani, mentre tutti fuggivano; questi cristiani sapevano che potevano contagiarsi e per molti fu così, ma questo provocò una espansione della Chiesa senza precedenti, la gente venne conquistata dal loro altruismo, dal loro amore. La Chiesa dava al mondo ciò di cui cui il mondo aveva bisogno: calore umano, amore, incoraggiamento, disponibilità, serenità anche nei riguardi della morte e quello che toccò, era che i cristiani non avevano paura di morire, e noi abbiamo paura? Certo sarebbe meglio non contagiarsi anche per non contagiare altri, ma la questione è mettersi in discussione e a disposizione di chi soffre: questo è quello che ha fatto la differenza della Chiesa! Per queste fragilità umane Dio ha un antidoto, un vaccino e si trovano nella Chiesa; la presunzione, le sicurezze, i riferimenti degli esseri umani sono stati scossi più volte nella storia e lo sono proprio in questo tempo, e questo, Dio lo ha permesso perché sussistano le cose che non possono essere scosse, “perciò ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti ed offriamo un culto (cioè un servizio) gradito con riverenza e timore“. L’apostolo Paolo in Romani 14:7 dice “nessuno di noi vive per se stesso, nessuno muore per se stesso, perché se viviamo viviamo per il Signore e se moriamo moriamo per il Signore, sia dunque che viviamo o che moriamo siamo per il Signore“, nessuno di noi vive per se stesso: ecco l’antidoto! La gente invece vive per se stessa, e tutte le paure delle persone sono tali perché vivono per se stesse ed l’avversario le isola sempre di più; invece noi non viviamo per noi stessi: viviamo e moriamo, dov’è il problema? Se muoio esco semplicemente dal mio corpo e davanti ad un cancello di luce mi ritrovo davanti Gesù, abbiamo un po’ di timore perché non siamo mai andati di là; molte persone non ne vogliono parlare e quindi non vanno a cercare nella Parola tutto quello che viene spiegato, ma noi come cristiani siamo chiamati a non avere paura della morte, sia che viviamo sia che moriamo siamo del Signore e serviamo il Signore, questa è la forza della Chiesa. La Chiesa è chiamata ad essere l’agenzia esclusiva del regno di Dio che non può essere scosso perché fondato sulla roccia, su Gesù, quindi sia che viviamo sia che moriamo siamo di Gesù, con Gesù. Qual’è dunque la Chiesa che può essere la risposta a questa pandemia? Una Chiesa che ama, che si alimenta alla vita dello Spirito, si alimenta all’amore dei fratelli, una Chiesa famiglia, intessuta da relazioni di affetto gli uni per gli altri e noi sogniamo una Chiesa diversa in cui tutti sono attori d’amore dove nessuno è spettatore, una Chiesa secondo 1 Corinzi 14:26 dove tutti sono coinvolti, non solo spettatori che beneficiano dell’azione di altri, la Chiesa non è un teatro dove si va da spettatori per assistere ad uno spettacolo, molte persone non si mettono in gioco, non si fanno coinvolgere, vivono per se stessi, purtroppo è la Chiesa di gran parte del mondo, ma con questa pandemia dobbiamo fare un salto di qualità, dobbiamo diventare la Chiesa sognata da Paolo, tutti coinvolti: “Ciascuno di voi!”, “sia che viviamo, sia che moriamo, Voi e io serviamo il Signore!” altrimenti non siamo Chiesa, non siamo Corpo di Cristo, come dentro il nostro corpo ci sono tanti organi tutti diversi, però tutti interdipendenti, hanno tutti bisogno uno dell’altro, se si ferma uno abbiamo molti problemi; nella Chiesa molte persone sono chiamate ad una vocazione, a un servizio ma non funzionano, è un’altra forma di gnosticismo, perché pur partecipando ad una vita di Chiesa non mi lascio integrare nella vita del Corpo, ma non capiamo che in questa vita qua, la Chiesa ci forma; c’è una città da servire, per la quale lavorare per conquistarla per Cristo, è scritto in 1 Corinzi 12:7 ” a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune“: a ciascuno! virtù, sensibilità, carismi, doni, se Dio ti dà una virtù, uno strumento è per fare qualcosa; qual’è il tuo dono? Quali attrezzi Dio ti ha dato? Non lo conosci? Significa che fai lo spettatore; Dio ci ha tutti equipaggiati con dei doni, ma sapete dove li scopriamo? Quando ci mettiamo a servire le persone, mettiamoci a disposizione del Signore per essere un suo strumento e scoprirete che servendo verranno fuori i vostri doni.
Siamo tutti chiamati ad essere strumenti nelle mani del Signore per benedire l’umanità, ma la capacità di esprimere le azioni ispirate dallo Spirito Santo non è automatica, bisogna allenarsi, formarsi, finché non provo, non imparo; la Chiesa è un organismo vivo, è importante che ognuno scopra la propria vocazione, dobbiamo solo essere disponibili, formarci, lasciarci istruire, allenare, è facendo le cose che impariamo a farle, ecco anche l’importanza dei piccoli gruppi, è proprio lì che imparo a riconoscere i miei doni e posso cominciare ad esprimere quello che sono e quello che ho ricevuto dalla Spirito del Signore, se non imparo nel piccolo gruppo come farò a farlo nel mondo? Inoltre lasciamoci correggere, è sbagliando che impariamo; Paolo scrive “non siate pigri, siate ferventi nello Spirito, servite il Signore” la vita ci succhia tante energie, ma mentre viviamo rendiamoci disponibili perché il Signore possa servirsi di noi per fare del bene; e poi siate ripieni di Spirito, abbiamo bisogno dello Spirito Santo per trasmettere agli altri il cuore di Dio, dobbiamo ricordarci che siamo strumenti nelle mani di Dio, lo Spirito Santo vuole servirsi di noi per benedire le persone, per questo è importante avere una relazione speciale con lo Spirito Santo, affinché la nostra vita sia integra, perché predichiamo molto più con il nostro stile di vita che con le parole e quando usiamo le parole facciamo sì che siano coerenti con la nostra vita, ed in fine sarà Dio ad operare nel cuore delle persone; lasciati usare da Dio, “sia che viviamo sia che moriamo noi serviamo il Signore“.

Buon ascolto!

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Pubblicato in Messaggio domenicale
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