Abele e Caino, la tua vita è basata sulla fede o semplicemente su buone opere? Cosa ci chiede il Signore?

Oggi il pastore Giacomo condivide una riflessione guardando la storia antica di Caino e Abele, due religioni umane che ritroviamo nel tempo. Adamo ed Eva dopo essere stati cacciati dall’Eden, nella loro umanità generano Caino ed Abele; Caino che tutti pensiamo come cattivo, in realtà è il primo che si preoccupa di ringraziare Dio facendogli un’offerta col frutto del suo lavoro, pensa di offrire la sua fatica a Dio, mentre Abele offre i primogeniti del suo gregge, la scrittura dice “l’Eterno guardò Abele e la sua offerta e non guardò Caino e la sua offerta”, leggendo questo testo ci vengono molti pensieri sulla giustizia, la nostra logica è diversa da quella di Dio anche se a volte abbiamo difficoltà a comprendere. In tutte le religioni le persone offrono quanto hanno di meglio per ingraziarsi Dio, ma cosa desidera veramente il Signore? Abele che offrì questo sacrificio dei primogeniti incontra con favore lo sguardo di Dio, e questa è una risposta, una benedizione, ma per Caino è motivo di rabbia e risentimento, però Dio, che va incontro ai più lontani, va Egli stesso a parlare con Caino: “perché sei cosi risentito?” “se fai bene sarai approvato”, purtroppo Caino non ascolterà e ci sarà il primo crimine dell’umanità.
Già nella Genesi c’era qualcosa di importante da notare: c’era l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, ecco perché Dio guarda con simpatia il fatto che Abele avesse offerto questi animali; riflettendo bene questa storia ci dice che noi, da noi stessi, per quanto ci impegniamo non siamo in grado di offrire a Dio un sacrificio che possa essere approvato da Dio; in Geremia leggiamo che anche le nostre azioni migliori sono uno straccio sporco, siamo sempre macchiati, ecco perché noi ci presentiamo a Dio ed offriamo un sacrificio di lode nel nome del Signore Gesù, ed ecco perché il nostro culto non è fatto tanto di azioni, ma è un ringraziamento nel nome dell’agnello di Dio che ha tolto il nostro peccato e che ci concede di avvicinarci al Padre in quanto figli; questo fa sì che Dio guarda la nostra vita ed avere lo sguardo di Dio su di noi fa tutta la differenza! Per questo Gesù ci chiama a nascere di nuovo, a cambiare il modo di ragionare e di essere, perché altrimenti automaticamente siamo tutti figli di Caino, pronti a far fuori il fratello per le sue qualità, ma a chi vuoi piacere veramente? A Dio? Allora offri a Dio il sacrificio della lode col giusto modo, cioè con il sangue dell’agnello, del nostro Signore Gesù Cristo.
Questa è una storia lontana ma anche vicina a noi, quante volte prendiamo la strada di Caino? Offriamo, ma siamo sempre noi, col nostro Io, e arriviamo ad arrabbiaci, quindi facciamoci una domanda? Perché? “Perché te la prendi tanto? Raddrizza la tua strada”, la Parola di Dio ci parla in modo da costruire in noi la speranza, la fiducia, la certezza che è possibile vincere il male col bene adesso.
Il Signore vuole che nostra fiducia sia in Lui, non in noi, non è nella forza delle nostre opere che riusciremo a fare alcuna cosa che sia gradita a Dio se non attraverso la fede e questo è il messaggio di tutta la Bibbia.
Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore, è tempo anche per noi di imparare ad offrire un sacrificio migliore; il sacrificio di Abele ci parla ancora oggi della grazia di Dio, perché era giusto, giusto per grazia “giustificato per fede hai pace con Dio” nessuno ti può portare via questa pace!
E quando siamo arrabbiati andiamo a Dio e chiediamogli saggezza per imparare da Lui, perché quando sei arrabbiato non riesci a fare bene, anche le cose giuste le dici nel modo peggiore e quindi dobbiamo assolutamente cambiare atteggiamento, fidiamoci di Dio!
Tutto questo ci fa riconoscere se la nostra vita è fede o semplicemente religione appoggiata sulle nostre buone opere.
Vai da Dio e lasciati guarire!

Buon ascolto!

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Pubblicato in Messaggio domenicale
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